Esiste davvero una differenza sostanziale, a parte che quella strumentale, quando si parla di farina? Nel senso che: è vero che ci sono farine che possono fare male all’organismo? Potrebbe essere la verità, se si tengono in considerazione tutta una serie di fattori che non devono assolutamente allarmarci, perché, per fortuna, oggi l’agricoltura sostenibile ci permette di avere delle alternative valide per tutto.
La farina è un elemento cardine nell’alimentazione di tutti i giorni; la maggior parte dei cibi che mangiamo ha una matrice farinacea. Ma si può comunque sempre scegliere quale tipo di farina usare per preparare i nostri alimenti, o controllare le etichette di ciò che acquistiamo per scartare tutto ciò che potrebbe essere potenzialmente pericoloso. Vediamo quali differenze ci sono e perché alcune farine possono fare male.
Le differenze tra le farine più usate
La farina è il risultato della macinazione dei semi delle piante o dei frutti secchi; in particolarmente questi chicchi vengono macinati così finemente da diventare quasi polvere, appunto farina. In commercio ne esistono di tipologie diverse, per rispondere a tutta una serie di motivazioni che vi spiegheremo più avanti. La differenza è legata in particolar modo al grado di raffinazione, potendo distinguere tra la farina 00, quella più raffinata e dal colore bianco; la farina 0, con un colore più scuro e dal sapore deciso; la farina integrale, ottenuta con tutto il chicco di grano per disporre di un alto contenuto di fibre.
Tuttavia, a causa di intolleranze di varia natura, da anni ormai si trovano in commercio farine di tipologie diverse, ottenute attraverso la macinazione di semi di natura diversa rispetto al grano, che rispondono perfettamente all’esigenza di quanti seguono una dieta senza glutine o vogliono variare la propria alimentazione; pertanto possono optare per le farine a base di riso, ideale per panature e dolci; di mais, perfetta per la preparazione di polente; di avena, che ha le stesse caratteristiche della farina di grano ma è perfetta per chi ha la celiachia. A queste si possono aggiungere chiaramente anche la farina ottenuta dalla quinoa o anche dalla frutta secca, come noci, cocco e mandorle, queste essendo più dolciastre sono più indicate per la preparazione dei dolci.
Cosa fa male delle farine raffinate?
Ormai è cosa risaputa: le farine raffinate non sempre sono salutari. E il fatto di poter disporre di valide alternative permette di poter cucinare con estrema serenità i cibi che vogliamo, senza dover usare con farine della cui natura e produzione non siamo sicuri. Ma perché le farine raffinate oggi fanno così male? Ve lo spieghiamo brevemente:
- per la loro lavorazione, si tende ad usare un numero considerevole di carboidrati, utili alla formazione della farina raffinata, ma un problema per l’organismo umano, che, con difficoltà, le riesce ad elaborare.
- con il consumo di queste farine si registrano aumento del peso e aumento di casi di diabete
- inoltre, non essendo presenti fibre in quantità, non si arriva a uno stato di sazietà tale per cui non ci sia bisogno di continuare a mangiare
- insorgono spesso, ovviamente, anche problemi intestinali, oltre che molteplici malattie infiammatorie.
Le alternative, lo abbiamo detto, sono molteplici e, per di più, oggi non hanno nemmeno costi particolarmente esosi. Si trovano in commercio, in qualunque supermercato ben fornito e si può optare contare su una varietà di produzione notevoli e particolarmente variegata. Si consideri anche che i nutrizionisti tendono a consigliare l’assunzione di cibi prodotti con queste farine non raffinate per aiutare a risolvere i problemi di metabolismo.
Quando parliamo di farine non raffinate, ci riferiamo a tutte quelle che o vengono prodotte con tutte le parti del chicco di grano o che vengono prodotte con altre tipologie di semi o con frutta secca. L’importante è capire le esigenze che abbiamo, per poter vivere con serenità il nostro rapporto con il cibo e alimentarci nel modo più opportuno.