Gli spaghetti rappresentano l’italianità ed il senso stretto della pasta nella sua forma probabilmente più iconica e diffusa, anche se la loro provenienza è molto probabilmente asiatica, adottata poi nella farina di grano duro proprio dal nostro paese. La cottura ed il tempo necessario costituisce qualcosa che deve essere rispettato in modo preciso, e che non è assolutamente banale.
Per ottenere degli spaghetti perfettamente cotti infatti è necessario seguire alcuni consigli che sono anche interpretabili come delle “Linee guida” alla portata di tutti ma che rendono potenzialmente una cottura efficace ed una molto meno “a fuoco” raggiungibile o meno. Cosa bisogna sapere per stabilire e seguire il tempo di cottura degli spaghetti?
L’arte nel cucinare spaghetti
Lo spaghetto è riconoscibilissimo nella sua forma sottile, che viene realizzato attraverso un processo produttivo oggi quasi completamente meccanizzato, e la sua duttilità è tale che nella cucina italiana anche a carattere regionale è praticamente impossibile non trovare una ricetta tipica che non preveda l’impiego degli spaghetti in qualche modo particolare.
Ma come realizzare degli spaghetti di qualità cucinati in modo perfetto e ben amalgamati? Vanno seguiti alcuni consigli ad esempio possiamo scegliere in caso di sughi particolari, di fermare la cottura a circa 3/4 del tempo prestabilito, scolare la pasta e poi possiamo aggiungere la stessa al sugo che abbiamo scelto precedentemente, ultimando la cottura in padella dopo aver aggiunto un po’ di acqua di cottura.
Come farlo nel modo giusto
Va ricordato che lo spaghetto tende a scuocere in modo particolare con una certa rapidità, la pasta in senso generale va sempre consumata possibilmente al dente e non scotta, al netto dei gusti personali che sono naturalmente soggettivi, esistono ragioni effettivamente concrete per non mangiare la pasta scotta, quindi eccessivamente cotta, ad esempio:
- Incentivare maggiormente la masticazione e quindi stimolando la digestione ancora prima che la pasta arrivi nello stomaco
- Rendere la pasta più digeribile, con una cottura non troppo avanzata permette di mantenere la “stabilità” degli amidi
- Allo stesso modo una pasta scotta sarà in grado di aumentare molto più velocemente la glicemia rispetto ad una al dente
Inoltre vanno ricordati alcuni consigli, non spezzare gli spaghetti non tanto per una questione di “tradizione” (molte ricette anche italiane prevedono questa azione) tanto per preservarne la forma, meglio scegliere una pentola abbastanza alta così da rendere più equilibrata ed agevole la cottura della pasta in questione che è solitamene a cottura medio – veloce.
Una volta scolati, gli spaghetti vanno impiattati ed aggiunti al condimento potenziale prima possibile infatti in questo stato diventano facilmente troppo morbidi e quindi scotti. Non è necessario salare troppo l’acqua degli spaghetti in quanto spesso il condimento contiene una quantità di sale o sodio sufficiente a non rendere così necessaria la salatura.